Un Natale in maschera

C’è una crescente preoccupazione per l’andamento dei contagi da Coronavirus, in questi giorni. Ad un passo dal Natale, l’atmosfera si tinge dei colori della festa. Sale il profumo dei dolci, di canditi e di farina. La contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati richiama, inevitabilmente la dicotomia classica tra buoni e cattivi. I contatori dei vaccini crescono in maniera esponenziale a favore di chi ha rispettato la prescrizione. Destano, tuttavia, preoccupazione i numeri che, quotidianamente, sono in forte crescita, tanto per le terapie intensive, quanto per i casi di mortalità. Ovunque, si torna a parlare di chiusure, di ripristino delle misure che hanno accompagnato il nostro vivere sociale, in questi ultimi due anni. Tornano a tenere banco i dibattiti televisivi e le raccomandazioni ai cittadini, da parte del Governo. Occorre prudenza, è risaputo. Però, è altrettanto  vero che la gente è giunta al limite della sopportazione. In Italia, rispetto ad altre nazioni europee, quest’ultima ondata, al momento, non è ancora dilagante. I numeri, sebbene in crescita, sono piuttosto contenuti. Dietro l’angolo e a pochi passi dal confine italico, comunque, lo spauracchio esiste ed è concreto. La domanda dell’uomo della strada è: “Chissà se faremo il veglione di capodanno”! Malgrado i forti dubbi, non è ancora dato di sapere come andrà. In ogni caso, potremmo attrezzarci diversamente, magari facendo ricorso ad un briciolo di fantasia. In fondo, il ballo del mattone non è mai passato di moda. Si tratterà, questa volta, di  contare adeguatamente i passi, distanziando bene la propria mattonella da quella del partner. Poi, sarà il dispositivo chirurgico facciale a fare il resto. A differenza della mascherina ottocentesca, da indossare a carnevale, stavolta, gli occhi saranno scoperti e forniranno il pretesto per un dialogo, fatto di sguardi, tale da risultare ancora più intenso e accattivante. La bocca sarà coperta ma, le labbra, potranno emettere suoni e parlare, lanciando segnali che, dall’altra parte, si dovrà stare attenti a cogliere al volo. Diversamente si potranno invocare le attenuanti generiche, per una sordità indotta, nata dallo stato di necessità causato dalla pandemia. La volontà di sopravvivere ad ogni costo e di andare avanti, magari procedendo “ad orecchio”, prevarrà su tutto. Meno male che eravamo adulti già da un pezzo. Ora, però, siamo anche vaccinati e persino “richiamati”.