E’ giugno, esplode la femminilità

Giù la mascherina!

La bella stagione è alle porte e gli ultimi scampoli di primavera anticipano l’esplosione dell’estate. Passa una ragazza che indossa abiti succinti. La strada si restringe e la malcapitata, complice il tacco 12, “sculetta” in curva, poi si riprende. Un signore di mezz’età segue a ruota e, imbarazzato, non può fare a meno di ammirare ciò che gli capita davanti agli occhi. Di colpo il suo volto si tinge di rosa shocking. Sono attimi, frazioni di secondo. Lo sguardo, in quell’intervallo, vaga incerto sino a tentare di evitare il bersaglio mobile. Ci vuole fortuna a non essere colto in fallo… ops, in flagranza di occhiata. Riecheggia l’esclamazione in voga, qualche anno fa, in uno spot televisivo: “Antò, fa caldo”! Siamo solo all’inizio della stagione, però, il maschio latino già gronda di sudore. Fatta la necessaria premessa, con relativa patina ironica, alla reazione maschile rispetto allo stereotipo più abusato della femminilità tentatrice, occorre valutare anche altri modelli, più moderni, che descrivono meglio la donna. E allora, proviamo ad affrontare un viaggio semiserio, in tempo reale, sulla femminilità. Dopo due anni e passa esplode la tentazione a “volto scoperto”. Giù la mascherina! Così, dopo la pandemia, torniamo ad ammirare le donne del mese di giugno 2022. Sembra quasi una cartolina, anzi un calendario, che presenta donne tutte riconoscibili, interamente godibili. Creature speciali ma, terrene, con i propri pregi e con gli inevitabili difetti. “L’amore è femmina -cantava Nina Zilli- non riceve, non si dà”! Tutt’intorno si scorgono le prime abbronzature “bruciate”, una sorta di tintarella accelerata dai potenziatori e dalle creme solari. A tal punto che i superstiti “bianchi” si sentono discriminati. Il sole, ancora tiepido, scalda i cuori in letargo. La femminilità esplode, e la natura gli fa il verso.  Insomma, è sempre la donna a meritare la copertina: da figura discriminata nella sessualità a status symbol, in ascesa, della modernità. Eliminata la contaminazione estrema del femminismo, dalla quale le stesse donne hanno, nel tempo, preso le distanze, la donna in carriera fa trend. Così come fa tendenza la donna che porta i pantaloni, in senso figurato e, spesso, anche di fatto. Il pregio di questa imprescindibile creatura è di saper coniugare, con estrema disinvoltura, il fascino e il bon ton, la seduzione e il senso materno, con la capacità di vestire panni, abitualmente, maschili. La prospettiva che ammalia l’uomo moderno è di avere, con la donna, un ventaglio di opzioni: amante, amica, capo, dirigente, confidente, antagonista. A volte aggressiva e determinata ma, sempre, capace di esercitare il proprio fascino. Croce e delizia, come nei film e nelle canzoni d’altri tempi. Quando Teddy Reno, sul set del film “Totò, Peppino e la… malafemmina” cantava: “Femmena, si tu peggio ‘e na vipera. M’e ‘ntussecata l’anema, nun pozzo cchiù campà”. In tempi più recenti il compianto Lucio Battisti si disperava: “Ma che disastro, io mi maledico, ho scelto te, una donna, per amico”! Pragmatico Zucchero concludeva: “Donne, tu-du-du, pianeti dispersi, per tutti gli uomini così diversi…”. Sempre il cantautore reggiano, aggiungeva un tocco di dolcezza per celebrare la donna: “Negli occhi hanno gli aeroplani, per volare ad alta quota, dove si respira l’aria e la vita non è vuota”. Al tirar delle somme, anche in questo giugno di cocenti promesse, la femminilità è salva. Val la pena, dunque, di lasciarsi andare alle malinconie latenti di Mia Martini: “Donna come l’acqua di mare, chi si bagna vuole anche il sole. Chi la vuole per una notte e c’è chi, invece, la prende a botte”. In fondo, la femminilità, al culmine del suo percorso antropologico e malgrado il suo carico di mutamenti e di variazioni sul tema, è sempre l’elemento chiave del mondo. Chiarificatori, al riguardo, i gorgheggi di Fiorella Mannoia: “Siamo così, dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate ma potrai trovarci ancora qui, nelle sere tempestose, portaci delle rose, nuove cose, e ti diremo ancora un altro sì”.