Il sorriso e l’azione, l’eredità di Mons. Beneventi a Pietragalla

L’ordinazione episcopale di Mons. Domenico Beneventi a vescovo eletto di San Marino – Montefeltro, avvenuta oggi nella Cattedrale di Acerenza, ha suscitato grande emozione e interesse. Tornano alla mente le immagini degli oltre dieci anni trascorsi da “don Mimmo” come parroco a Pietragalla.  Le istantanee di questo periodo fotografano il percorso umano e di fede di chi ha saputo costruire dal basso edificando una casa solida e accogliente. Il punto centrale di questa rinascita è stata la valorizzazione dei giovani e il coinvolgimento dell’intera comunità intorno ad un progetto di evangelizzazione che, nel tempo, ha dato i suoi frutti. A parlare sono le innumerevoli iniziative portate avanti con tenacia e con impegno. Nel corso di un decennio si è assistito ad una sinergia mai vista prima. Gruppi parrocchiali, associazioni, fondazioni hanno collaborato rafforzando e animando la vita sociale e culturale del paese. L’espressione migliore di fare gruppo, per don Mimmo, è stata l’abilità nel mettere in relazione le varie componenti del paese, abbattendo anche gli steccati generazionali. Al centro la fede, l’uomo, la sua appartenenza alla comunità. Nel momento del grande salto di Mons. Beneventi in una realtà territorialmente lontana emergono i tratti più significativi della sua missione pastorale. La costruzione e il cammino. Edificare nel nome del Signore, valorizzando l’uomo ed essere pellegrino portando ovunque il vangelo. Azioni e non solo parole. Omelia ma, anche e soprattutto, professione di fede. L’uomo di chiesa che si fa carne e respira con gli altri comuni mortali, il senso dell’essere e di sentirsi vivo in mezzo agli altri. L’esaltazione del “qui ed ora“. L’insegnamento e l’esempio. Come dimenticare i giorni tristi della pandemia. Quel senso di diffusa incertezza e il bisogno di spiritualità conseguente all’imminente pericolo che pervadeva l’animo di tutti. La vita che, di colpo, veniva privata delle certezze terrene. In quegli attimi di sconcerto don Mimmo ha saputo prendere per mano il popolo cristiano e accompagnarlo per strada portando, con la parola del Cristo risorto, la speranza, in ognuno dei fedeli. Emblematiche le passeggiate solitarie, accompagnato solo dalle reliquie del santo protettore, San Teodosio, per le vie del paese e per le contrade, nel silenzio assordante di un pesantissimo lockdown.  Cosa resterà del passaggio di don Mimmo nella comunità di Pietragalla? Certamente l’aver saputo tracciare un cammino di comunità e aver fatto comprendere a tutti che esiste sempre un’altra possibilità per riscattarsi. L’idea, superiore, di saper guardare lontano, oltre le apparenze e gli ostacoli. La capacità di perseguire i propri obiettivi e di abbracciare la fede per compiere il disegno di ogni credente. Un messaggio positivo di chi fa leva sul credo incrollabile nel Cristo e professa, umilmente, il vangelo nella vita di tutti i giorni. La gente di Pietragalla, in questo decennio, ha imparato ad amare quest’uomo così tenace e forte, con le dolomiti lucane scolpite nel suo Dna e con i versi delle canzoni di Jovanotti a fare da colonna sonora del suo sacerdozio. Come quel mattino del 13 ottobre 2013 quando, in una chiesa madre gremita, fu nominato parroco di Pietragalla. Il tratto di don Mimmo che, però, rimarrà indelebile nella mente e nel cuore di tutti è il suo sorriso: aperto, franco, rassicurante e diretto. I fedeli, non potranno che ripensare a ciò che è stata la presenza del proprio parroco nella comunità pietragallese, considerandola come un dono del Signore. Così, semplicemente, suscitando un sorriso e un senso di profonda riconoscenza.

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