Lei verrà, la “Forte Lucania”

Tanto pe’ cantà, recitava così il compianto Nino Manfredi, in una canzone che sarebbe, poi, diventata il manifesto di un’esistenza più leggera, quasi scanzonata. E, dunque, a 73° festival di Sanremo in corso, dalle Alpi a Lampedusa, siamo tutti armati di cuffie e di notes per seguire l’edizione 2023, ancora una volta targata Amadeus. Dalle nostre parti si torna a cantare, anzi a parlare di “Grande Lucania”, un progetto nato con l’intento di aggregare i territori dell’antica Lucania. Ciò sottintende tre finalità. La prima è quella di dare dignità alle popolazioni dell’area del Cilento e del Vallo di Diano, attualmente in Campania, nella provincia di Salerno,  ai quali si uniscono gli abitanti della costa tarantina, ricadenti nel territorio pugliese della provincia di Taranto. Ad accomunarli è la percezione della condizione di subalternità e di emarginazione. La seconda è che, con i collegi allargati previsti dal nuovo sistema elettivo, la Basilicata così ridisegnata, guadagnerebbe qualche seggio in più per soddisfare le aspettative dei deputati di casa nostra. La terza motivazione è quella di dare maggiore consistenza ai numeri della Basilicata che, con queste “annessioni” aumenterebbe la cifra della popolazione creando, semmai, anche i presupposti per una terza provincia. Su quest’ultimo aspetto potrebbe scatenarsi una competizione tra Lagonegro, Lauria o la new entry Sala Consilina. In ogni caso è tutto in divenire. Ciò che importa è che il dato negativo, legato allo spopolamento, venga annullato oppure mitigato dalla linfa “antica” della Lucania che fu. Soprattutto con l’incombente autonomia differenziata che rischia di mettere in un angolo le regioni meridionali. Attenzione, però, a non leggere in maniera completamente negativa l’imminente rivoluzione nella struttura dello Stato, poiché, nel caso della Basilicata, questa riforma potrebbe trasformarsi in una grande opportunità. Basti pensare alle notevoli risorse naturali di cui il territorio lucano dispone. Autonomia differenziata non vuol dire necessariamente divenire soggetti completamente passivi. Insomma, non dovremmo finire nell’umido e, soprattutto, nell’indifferenziata di una anonima pattumiera meridionale. Più che di “Grande Lucania”, sarebbe, quindi, il caso di parlare di “Forte Lucania”. Di una regione, cioè, più coesa, più ricca di risorse, estesa nel territorio e con maggiori peculiarità e capacità attrattive.<br>Tornando al festival della canzone italiana, a portare alta la bandiera lucana, anche in questa edizione, c’è sempre Arisa, presente solo nella quarta serata per la cover con Gianluca Grignani. Si attende una citazione, un riconoscimento, un pensiero a Mango, il cantautore lagonegrese scomparso otto anni fa. Il popolo lucano si rallegra, invece, per l’ascesa di Angelina Mango, figlia del compianto Pino. Le sue esibizioni nel corso del programma “Amici” e gli unanimi consensi ottenuti costituiscono un buon viatico per potersi candidare, come nuova proposta, alla prossima edizione di Sanremo 2024. Quindi, “Lei verrà…” dove per lei, oltre alla bravissima Angelina, s’intende la “Forte Lucania”, con tanto di progetto elettorale pronto ad accogliere i neo lucani di ritorno.