Potenza, ritorno al futuro

Proviamo ad immaginare, anche solo per lo spazio di un gran caffè, di tornare indietro nel tempo. Magari ipotizzando di utilizzare una macchina del tempo. L’idea è quella di catapultarci negli anni 80, anzi fine anni 70, cioè prima del sisma del 23 novembre 1980. Insomma provochiamo un altro terremoto. Questa volta, però, facciamo finta di fermare davvero le lancette. Come se nulla fosse accaduto. Chiudiamo gli occhi e ripensiamo a ciò che eravamo a quell’epoca e, soprattutto, rivisitiamo il centro storico della città capoluogo di regione, così come l’avevamo lasciato. Occorre solo un po’ di sana immaginazione e la capacità d’astrazione propria di chi è abituato a sognare. Riaprendo gli occhi scopriremmo una città che ha ritrovato il gusto di riappropriarsi dei propri luoghi d’elezione: lo struscio in via Pretoria, i negozi, le attività, gli uffici. Un luogo centrale nel cuore della città che è in grado di attrarre e di richiamare non solo i potentini ma, anche la gente che, quotidianamente, affolla le viuzze del centro. Occorre una grande capacità di andare oltre. A pensarci bene l’idea non è malvagia. A luci spente e con le tante saracinesche abbassate non è facile tentare di riportare tutto allo stato originale. In ogni caso, il degrado attuale, suggerisce di prendere un’iniziativa, anche in controtendenza. Ieri, a differenza di oggi, non c’erano gli ascensori e nemmeno le scale mobili. Non c’era internet e neppure i cellulari. A ritroso di oltre quarant’anni era tutto più vellutato, ovattato. I ritmi di vita erano più lenti. Al tirar delle somme, però, questo non è uno svantaggio. Il tempo, con l’incalzare del progresso, ha snaturato gli spazi. Eppure quelle pietre secolari trasudano di storia e di potentinità. Cosa fare allora? Restare in bilico tra due epoche profondamente diverse o salire a bordo della macchina del tempo per tornare all’attualità? Il dilemma potrebbe essere risolto prevedendo una mediazione. Magari salvaguardando solo il centro storico, limitandone solo gli eccessi del progresso: lo smog, il traffico, le barriere architettoniche, l’invasione del cemento. Con l’impegno di animarlo promuovendo iniziative culturali e commerciali. Ripristinando le sane abitudini di un tempo. Facendo rivivere la magia della passeggiata serale in via Pretoria, dandosi appuntamento sotto i portici di “Piazza polmonite”. Sarebbe certamente un salto nel tempo, al quale i potentini aderirebbero per il piacere di tornare alle antiche abitudini. Malgrado i tanti micro centri sorti nei diversi decenni in città, la strada è idealmente percorribile. Occorre solo trovare gli spunti per dar modo d’invogliare i potentini, vecchi e nuovi, a vivere compiutamente il centro storico. La macchina del tempo staziona in Piazza Mario Pagano, in evidente divieto di sosta. Prima che l’agente della Polizia locale registri la contravvenzione, il professor Doc inserisce i codici per allontanarsi in fretta, compiendo il fatidico salto nel tempo. Il motore romba nel silenzio assordante dell’attuale dimensione.  Ritorno al futuro.