Sì, dolcemente viaggiare

L’importante è il viaggio non la destinazione. Fotogrammi delle schitarrate nei pullman

“Quel gran genio del mio amico lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come aggiustare, con un cacciavite in mano fa miracoli…” Esordiva, così, Lucio Battisti che descriveva magistralmente l’impulso a viaggiare italico degli anni ’60. Tra veicoli in panne e lunghe code in autostrada era l’idea stessa del viaggio a vincere su tutto. Per un pieno di benzina si mettevano da parte le ristrettezze economiche e le cambiali da pagare.  Alla ricerca di un paradiso di pace o di perdizione si chiudeva la valigia, “pressandola un po’” e si buttava nel cestino ogni esitazione. Canta che ti passa, come si diceva un tempo. Oggi, la musica non è cambiata di molto. Ci si mette, comunque, in “Carroccia”, per rifare il verso alla reincarnazione artistica del grande Lucio laziale. E poco importa se il lavoro è precario o i prezzi delle località turistiche sono proibitivi. L’importante è il viaggio non la destinazione. “Mi ritorni in mente”, grande Lucio da Poggio Bustone, estratto dell’album delle gite di fine anno scolastico. Fotogrammi indelebili di quelle schitarrate nei pullman, di quando si cantava a squarciagola, alzando il morale alla comitiva. L’eco dei  testi di Mogol che, rivoluzionando la canzone italiana, rimbombavano nella mente della “meglio gioventù”.  Gli ammortizzatori dei mezzi di trasporto dell’epoca non erano così evoluti come lo sono ai giorni nostri. “Sì viaggiare, affrontando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure. Gentilmente senza fumo, con amore, dolcemente viaggiare”. Malgrado i decenni di vita vissuta abbiano scavato un solco profondissimo nei nostri volti ci lasciamo vincere dall’entusiasmo di inseguire un aquilone sulla spiaggia, di radunarci intorno ad un falò e di percorrere sentieri alternativi. Il fascino dell’ignoto e del mistero. Anche in Basilicata. Un nuovo tragitto “Coast  to Coast“ da percorrere, attraversando “tratturi” per il gusto dell’avventura. In barba a tutte le mappe tracciate anche sulle piattaforme digitali: “E tornare a viaggiare, e di notte con i fari illuminare. Chiaramente la strada per saper dove andare. Con coraggio, gentilmente, gentilmente, gentil’. Dolcemente viaggiare”.  Dal finestrino scorrono riflessi pittoreschi di una natura che, quest’anno, tarda a fiorire: “Fiumi azzurri e colline e praterie. Dove scorrono dolcissime le mie malinconie…”. I temi sono come i pensieri, sempre più corposi, quasi come un fardello! Ingombranti e Grandi, come Irene  che ammonisce: “Prima di partire per un lungo viaggio, devi portare con te la voglia di non tornare più. Prima di non essere sincera pensa che ti tradisci solo tu”. Non facciamoci soggiogare dalla smania di vacanze. Ascoltiamo ciò che dice Francesco Gabbani in “Tra le granite e le granate”: “Oggi il paradiso costa la metà. Lo dice il venditore di felicità. In fuga dall’inferno, finalmente in viaggio, la tua vacanza in un pacchetto omaggio”. Il cantautore carrarese descrive il modello di vacanza dalla quale rifuggire quasi fosse un baratro infernale: “Macellerie sudate, in coda nei musei. Hotel di lusso nei villaggi dei pigmei. Mente sana e corpo fatiscente. Antologia della vacanza intelligente. La tua vita al largo, da una vita intera. Fischia il vento ed urla la bufera. Fra le granite e le granate, lasciate ogni speranza voi ch’entrate. E state”. Ci vorrebbe un cuore di Ferro e, allora, ci viene in soccorso Tiziano, giovane cuore pontino: “… Impresso nel ricordo e in quella polaroid che cosa ho imparato da ogni mio viaggio… e, allora, destinazione mare”.